
Soprattutto quando si parla di coltivazione biologica, si sente spesso nominare la possibilità di utilizzare la cenere per arricchire il substrato. Si tratta veramente di una buona idea o di un mito da sfatare? In questo articolo lo scopriamo insieme.
Perché la cenere è un buon compost naturale
Vi diamo subito la risposta: la cenere è davvero un ottimo concime totalmente naturale. Si tratta di uno dei rimedi fai da te più conosciuti, tramandati nei secoli per la loro grande efficacia. Avevamo visto tutte le altre opzioni di fertilizzanti fatti in casa in questo articolo di approfondimento.
Ovviamente quando si parla di cenere ci si riferisce soltanto quella prodotta dalla legna non trattata, mentre tutta quella derivata dalla combustione di altri materiali non può essere impiegata, o per lo meno non nell’ambito di una coltivazione biologica.
Si tratta di un fertilizzante a costo zero, che chiunque possegga una stufa o un camino può reperire con estrema facilità durante tutta la stagione invernale. Utilizzare questo prodotto che altrimenti andrebbe smaltito significa sfruttare al massimo ciò che la terra ci offre, convertendo gli scarti in un ingrediente fondamentale per lo sviluppo di nuova vita.
La cenere è un concime completo?
Dobbiamo comunque specificare che la cenere, tuttavia, non è un concime completo: contiene altissime percentuali di potassio, magnesio, calcio e fosforo, ma è privo di azoto, che va quindi tassativamente aggiunto utilizzando altri prodotti. In questo articolo avevamo visto i migliori fertilizzanti per l’orto biologico.
Oltre ad apportare elementi nutritivi al substrato, la cenere è anche in grado di tenere alla larga parassiti e insetti, in particolar modo le fastidiose lumache che tendono a cibarsi dei nostri orti. Tuttavia, basta una breve pioggia per vanificare l’effetto barriera creato dalla cenere. Quindi, in caso di vera e propria infestazione, è necessario procedere con un prodotto apposito.
La cenere viene impiegata principalmente nella concimazione di fondo, ovvero per preparare il terreno alle colture primaverili. In questo caso se ne consiglia la distribuzione di 100 grammi per ogni metro quadro, da affiancare poi a un prodotto a base di azoto per garantire al substrato tutte le sostanze nutritive necessarie. L’impiego della cenere per arricchire il terreno è quindi relegato soltanto a una somministrazione l’anno.
Non sono rari tuttavia anche i casi in cui la cenere può essere utilizzata come vero e proprio integratore di fosforo, per le piantagioni che ne richiedono abbondanti quantità, come per esempio le patate e i meloni.
Anche il compost organico o il letame possono essere arricchiti con cenere durante la loro maturazione, avendo cura di smuoverli per fare in modo che il fertilizzante naturale venga integrato uniformemente.
Quali tipi di cenere utilizzare per compostare
Come anticipato in precedenza, la cenere è un ottimo fertilizzante naturale ma soltanto se derivante da legna 100% naturale, non trattata con solventi, vernici o colle. Accertiamoci quindi che il residuo che desideriamo utilizzare per l’orto o il giardino sia lo scarto di legname puro, e privo di sostanze chimiche altamente nocive. Altrimenti, queste andrebbero a contaminare non soltanto il substrato ma anche tutta la frutta e gli ortaggi che ne nascerebbero di lì a poco.
Oltre alla legna del camino o della stufa, anche la cenere proveniente da sfalci e ramaglie del giardino andrà benissimo. Così come quella del barbecue, della carbonella e del pellet, a patto che sia realizzato totalmente in legname senza altri componenti. Questo perché anche i prodotti appena citati derivano dalla lavorazione del legname puro. Al contrario, il carbon fossile non è idoneo a questo tipo di utilizzo.
Controindicazioni dell’uso della cenere come compost
Dopo aver parlato di tutti gli aspetti positivi riguardanti la cenere come fertilizzante naturale, è necessario anche fare il punto della situazione sulle diverse controindicazioni.
Innanzitutto, ribadiamo la pericolosità dell’utilizzare cenere derivante da legna trattata: in questo caso si andrebbero a depositare nel terreno alimentando le colture con sostanze altamente tossiche e nocive non soltanto per l’ambiente, ma anche per l’uomo. Bisogna quindi sempre porre attenzione nel selezionare una cenere 100% naturale.
La cenere, come già menzionato, non è un fertilizzante completo pertanto se si desidera coltivare il proprio orto soltanto con prodotti naturali e organici, è comunque necessario ricorrere a concimi appositi per l’apporto di azoto, che è l’unica sostanza nutritiva non presente all’interno della cenere.
Ultimo ma non per importanza menzioniamo l’effetto che la cenere ha sul pH del substrato: tende infatti ad alzarlo rendendo il terreno alcalino e quindi nocivo per alcune colture, nello specifico quelle acidofile. Alcune piante che prediligono un terriccio acido sono i lamponi, i mirtilli, le azalee e i rododendri; le piante perenni e gli arbusti, come per esempio le rose, invece, apprezzano una somministrazione annuale di cenere. Meglio sempre non abbondare ma procedere con distribuzioni ponderate, mentre si tiene sotto controllo il pH del terreno. Accumuli di cenere rischiano infatti di provocare un’innalzamento della salinità, andando a danneggiare le piante.
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