Come già sottolineato in questo articolo (link), la concimazione è di vitale importanza per garantire alle nostre piante il benessere e la possibilità di svilupparsi al pieno del proprio potenziale. Il tipo di concimazione è variabile e dipende dal tipo di vegetale che stiamo coltivando, oltre che al luogo, ovvero se a terra o in vaso. Vediamo quindi insieme l’azione specifica per ogni categoria di pianta.
Qual è il momento migliore per concimare le piante in vaso
Le piante in vaso sono naturalmente le più sacrificate: avendo a loro disposizione una porzione di terriccio ridotta, è normale che gli elementi nutritivi vadano esaurendosi in un lasso di tempo molto breve. Al momento dell’acquisto il terriccio sarà fertile e capace di donare alla pianta tutto ciò di cui ha bisogno, ma questa situazione di equilibrio non è destinata a durare sul lungo termine.
Le piante in vaso vanno concimate due volte all’anno, nelle fasi vegetative attive: la prima è quella che avviene in primavera tra marzo e maggio, mentre la seconda va da ottobre a novembre. In autunno infatti, si apportano al terriccio le sostanze nutritive per prepararlo ad accogliere al meglio il germogliamento della stagione successiva.
Quando concimare il prato e come farlo
Per mantenere un manto erboso compatto, uniforme e vigoroso è necessario apportare sostegno extra tramite la concimazione. In questo caso, ogni stagione richiede un intervento specifico, secondo le seguenti indicazioni:
- A fine inverno (febbraio/marzo, dopo le ultime gelate) va distribuito il concime azotato, che funge da “starter” e prepara il terreno al germogliamento. Il prodotto giusto andrà a rilasciare azoto per i 60/90 giorni successivi e conferirà un effetto rinverdente immediato.
- A fine primavera (fine maggio/giugno, prima del caldo intenso) sarà il momento del concime a base di potassio, che aumenta la resistenza della pianta in piena fase vegetativa, in previsione delle alte temperature che verranno.
- A fine estate (inizio settembre), si ricomincia il ciclo di concime azotato: lo stress termico subito in estate avrà notevolmente impoverito il terreno di azoto.
- Giunti a fine autunno (ottobre/novembre) sarà di nuovo il turno di un prodotto a base di potassio, che preparerà il manto erboso al riposo vegetativo e al freddo invernale, oltre che a preservarne il colore brillante anche dopo le prime gelate.
Soprattutto per questo tipo di coltivazione è molto importante che il sistema di rilascio dell’azoto sia ben equilibrato tra lenta cessione ed effetto immediato. Uno sbilanciamento da una delle due parti può causare gravi danni alla vegetazione.
La concimazione curata e costante è l’intervento principale che ci consentirà di ottenere un buon risultato, ma non sono da sottovalutare neanche i trattamenti ausiliari di biostimolazione, bioattivazione e protezione contro le malattie.
La concimazione delle piante da frutto: breve guida
Per quanto riguarda le piante da frutto, è possibile impostare una concimazione corretta ed efficace solo previa conoscenza della specie che si sta trattando. È sempre bene scegliere concimi a base prevalente di macro e meso elementi nutritivi, che sono i primi a esaurirsi nel terreno in quanto costituiscono la maggior parte del nutrimento delle piante.
Nonostante questa premessa, si presentano spesso anche carenze di microelementi che rischiano di pregiudicare la riuscita della coltivazione. Una delle più comuni e facilmente identificabili è quella da ferro, che causa ingiallimento delle foglie per mancanza di clorofilla. Per scongiurare qualsiasi inconveniente, ecco una breve guida alla concimazione delle piante da frutto:
- Primavera: in questo periodo, la pianta rientra in stato vegetativo per poi fiorire e sviluppare i primi frutti. È importante supportarla con una prima distribuzione di fosforo per la ripresa del germogliamento, e subito dopo con azoto per favorire la vigorosa crescita della nuova vegetazione (con un 40/50% del totale annuale).
- Estate: è il momento in cui i frutti giungono al massimo del loro sviluppo e termina il germogliamento. Sarà necessario intervenire con altro azoto per un 20/30% del totale, e con potassio che è il principale nutriente richiesto dalla vegetazione per lo sviluppo e la maturazione dei frutti.
- Autunno: in questo periodo termina l’attività vegetativa e inizia la caduta delle foglie. Importante somministrare soprattutto azoto (il restante 30% del ciclo annuale) che servirà alla pianta per creare riserve da sfruttare la primavera successiva.
- Inverno: durante il pieno riposo vegetativo è bene distribuire fosforo e potassio, che andranno a formare scorte per le stagioni a venire.
Il concime ideale può essere facilmente individuato controllando sulle etichette dei prodotti la sigla NPK. Per alberi da frutto, i più comuni sono in formato microgranulare, ma esistono anche liquidi per maggiore praticità e velocità di distribuzione. È possibile anche utilizzare un concime fogliare per somministrare bassi dosaggi di microelementi in carenza.
Dopo quanto tempo il concime fa effetto?
Sono innumerevoli i fattori chiamati in causa per poter dare una risposta corretta a tale quesito.
I principali sono la composizione del terreno, la sua umidità, l’attività microbica, gli agenti atmosferici e ovviamente, la tipologia di concime scelto.
Se si tratta di un fertilizzante immediato, distribuito tramite irrigazione, si inizieranno a vedere i risultati entro 1-2 giorni che dureranno fino a due settimane. Nel caso di uno in granuli a lenta cessione invece darà i primi effetti dopo circa una settimana, e saranno in grado di durare 60/90 giorni.
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